La BNS in posizione difensiva

La Banca nazionale svizzera (BNS) è la prima grande banca centrale ad aver iniziato a ridurre i tassi. In ciascuna delle ultime due riunioni trimestrali, il tasso di riferimento è stato abbassato di 25 punti base, fino all'attuale livello dell'1.25%. Il contesto dei prezzi relativamente disteso ha offerto un margine di manovra sufficiente. Da tempo l'inflazione si mantiene comodamente all'interno della fascia target della BNS (0%-2%).

La moderata pressione sui prezzi è dovuta non da ultimo alla rivalutazione del CHF degli ultimi anni. La forza del franco rimane invariata. Tuttavia, l'effetto frenante sui prezzi delle importazioni sta diminuendo. È quindi improbabile che i timori di deflazione si ripresentino nell'immediato. Con l'economia svizzera in crescita lenta ma costante, appare opportuno un livello di tassi d'interesse sostanzialmente «neutrale», in cui la politica dei tassi non ha né un effetto di accelerazione né di riduzione dei prezzi.

Questo obiettivo verrebbe raggiunto al più tardi dopo una possibile altra riduzione dei tassi all'1.0% a settembre. Il recente aumento delle aspettative di taglio dei tassi d'interesse da parte della BCE e soprattutto della Fed rende ancora più probabile una simile misura precauzionale da parte della BNS. Attualmente, sui mercati dei tassi d’interesse è persino scontato un ulteriore allentamento. Ripetuti apprezzamenti del franco potrebbero portare a una reazione difensiva e a ulteriori tagli dei tassi da parte della BNS. Tuttavia, in assenza di una debolezza congiunturale globale nettamente più forte del previsto, non rileviamo necessariamente un'ulteriore esigenza di intervento da parte della BNS e, nel nostro scenario di base, prevediamo che i tassi d'interesse per le ipoteche fisse a lungo termine torneranno a salire leggermente su base annua.