Proteggere la previdenza per la vecchiaia dall'inflazione

La previdenza statale (1° pilastro) serve a garantire il vostro sostentamento. Esso garantisce a tutta la popolazione svizzera un reddito minimo in età avanzata. Per raggiungere questo obiettivo, lo Stato deve tenere conto dell'inflazione. Sia nel calcolo del reddito annuo determinante, sia nella definizione dell'entità della rendita ha luogo una compensazione del rincaro.

Per ricevere la rendita AVS o d'invalidità, viene calcolato il reddito annuo determinante per il calcolo della rendita. Con il cosiddetto fattore di rivalutazione, i redditi da attività lucrativa degli anni precedenti vengono portati all'attuale livello di salario, prendendo così in considerazione l'inflazione per tutto il periodo. I fattori di rivalutazione vengono ricalcolati ogni anno dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali e raggruppati in una tabella vincolante.

Inoltre, di regola ogni due anni, all'inizio dell'anno civile il Consiglio federale adegua le rendite all'andamento di salari e prezzi. Questo adeguamento avviene sulla base del cosiddetto indice misto, che corrisponde alla media dell'indice dei salari e dei prezzi. Dal 1979 ciò è sancito nella LAVS, la Legge federale sull'assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (art. 33 LAVS). Se l'indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta di oltre il 4% nel corso di un anno, il Consiglio federale adegua le rendite ordinarie.

Le casse pensioni sono tenute ad adeguare all'inflazione ogni due anni solo le rendite per superstiti e d'invalidità. La legge non prevede l'adeguamento all'inflazione della rendita di vecchiaia della previdenza professionale, del 2° pilastro. Per la maggior parte delle casse pensioni, la compensazione dell'inflazione per le rendite di vecchiaia è soltanto una prestazione facoltativa, che forniscono solo qualora la situazione finanziaria della cassa di previdenza lo consenta.

In un contesto inflazionistico, le effettive rendite di vecchiaia correnti diminuiscono se non vengono adeguate all'inflazione. Si riducono pertanto gli obblighi delle casse pensioni, con conseguente aumento del grado di copertura e quindi anche della capacità di rischio della cassa pensioni. A rimetterci sono i beneficiari di rendita: con la loro rendita, potranno permettersi sempre meno.

Oltre a tassi di conversione sempre più bassi, le aspettative di un aumento dell'inflazione possono essere uno dei motivi per cui i prelievi di capitale godono di crescente favore tra gli assicurati. Chi preleva il capitale, è padrone del proprio destino. Ma non è così semplice: il capitale prelevato deve essere investito in modo da generare un rendimento reale positivo nel lungo periodo.

Nella previdenza privata (3° pilastro) si beneficia di molte libertà – ciò vale in particolare per l'investimento monetario nel pilastro vincolato 3a.

In un contesto inflazionistico vale quanto segue: i valori nominali quali denaro contante, conti di risparmio e obbligazioni perdono valore sul lungo termine. Una protezione dall'inflazione è offerta dai valori reali quali azioni, immobili e oro. Attenzione però: queste classi d'investimento sul breve termine possono essere soggette a forti oscillazioni di valore e sono quindi adatte solo alla costituzione di patrimonio sul lungo termine.

I rischi di breve e di lungo termine dei valori nominali e di quelli reali si muovono quindi in direzioni opposte. Chi intende proteggere il proprio patrimonio sia sul breve sia sul lungo periodo, deve quindi investire contemporaneamente in valori reali e nominali. Questo, in concreto, significa che le spese che negli anni successivi non sono coperte dal reddito vengono detenute sotto forma di liquidità sul conto; il patrimonio di cui si avrà bisogno solamente in un lontano futuro viene investito in valori reali.