Lavoro a tempo parziale e previdenza

Il sistema previdenziale svizzero è strutturato in funzione del lavoro a tempo pieno. Chi lavora a tempo parziale guadagna meno e versa contributi inferiori nel 1° e 2° pilastro (AVS e cassa pensioni). Le prestazioni previdenziali sono conseguentemente inferiori. Per questo chi lavora a tempo parziale deve prendere in mano la propria previdenza e adottare misure che consentano di avere abbastanza denaro per mantenere il consueto tenore di vita anche durante la vecchiaia. I lavoratori a tempo parziale devono sfruttare le opportunità del pilastro 3a e costituire un patrimonio per la vecchiaia.

La rendita AVS è calcolata in base al reddito. Chi guadagna meno riceve anche meno in seguito. Le conseguenze sono molto negative nel caso del lavoro a tempo parziale. È quindi importantissimo effettuare ogni anno i versamenti nell'AVS. Chi ha un impiego non deve preoccuparsene, perché ci pensa il datore di lavoro. Chi non lavora deve contattare la cassa di compensazione competente. Le lacune contributive possono essere colmate in modo retroattivo solo entro cinque anni. Chi non lo fa, riceverà rendite inferiori.

Maggiori informazioni su AVS e lavoro a tempo parziale

Nel 2° pilastro, il salario determina l'entità dei contributi alla cassa pensioni. Tuttavia non viene considerato l'intero salario, dato che è prevista la cosiddetta deduzione di coordinamento. Dal salario annuo vengono detratti infatti 25'725 franchi. I contributi sono calcolati soltanto su ciò che rimane dopo tale deduzione. Nel caso di un reddito per lavoro a tempo parziale, spesso non rimane un granché. Di conseguenza si riducono anche i versamenti nella cassa pensioni.

La cassa pensioni non è obbligatoria per salari inferiori a 22'050 franchi, che rappresenta la soglia d'ingresso LPP. Esistono tuttavia delle casse pensioni che assicurano anche salari inferiori o adeguano la deduzione di coordinamento per i lavoratori a tempo parziale, in modo che anche loro possano risparmiare di più per la vecchiaia.

Maggiori informazioni sulla cassa pensioni e il tempo parziale

Provvedere a una previdenza privata nel 3° pilastro è una valida strategia per i lavoratori a tempo parziale per integrare in modo flessibile la propria previdenza per la vecchiaia. Ai fini della previdenza, dovrebbe avere la priorità. Questo perché, a differenza dell'AVS e della cassa pensioni, i versamenti nella previdenza privata non dipendono direttamente dal reddito. L'importo che può essere versato nella previdenza vincolata 3a dipende dall'affiliazione o meno alla cassa pensioni del lavoratore a tempo parziale. Chi raggiunge la soglia d'entrata ed è quindi assicurato da una cassa pensioni, può versare al massimo 7'056 franchi l'anno. I lavoratori a tempo parziale non affiliati a una cassa pensioni possono versare il 20% del proprio reddito da attività lucrativa, fino a massimo 35'280 franchi l'anno. Tali versamenti sono inoltre deducibili dal reddito imponibile.

L'importante da sapere su previdenza privata e tempo parziale

Chi è impiegato a tempo parziale presso più datori di lavoro, in genere è assicurato anche tramite più casse pensioni, sempre che i singoli salari superino i 22'050 franchi. La deduzione di coordinamento è applicata su ogni singolo salario. Con due salari a tempo parziale si può mettere da parte molto meno rispetto a un salario equivalente ottenuto con un impiego a tempo pieno.

Chi lavora a tempo parziale può cambiare questa situazione se una delle casse pensioni accetta di assicurare tutti i salari congiuntamente. In questo caso si applica la soglia d'entrata e la deduzione di coordinamento sull'intero reddito, proprio come se fosse il salario di un lavoro a tempo pieno.

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