I rischi legati all'eredità: come evitare che l'abitazione primaria si trasformi in un incubo

L'abitazione primaria non si costruisce solo per se stessi, ma anche per le generazioni future. Per evitare che dopo il decesso la proprietà di famiglia diventi un peso, si devono adottare misure preventive per tempo e con gli strumenti giusti. Non fare niente, o addirittura fare la cosa sbagliata, può causare controversie in materia di successione o rischi finanziari per i superstiti.

Abitazione primaria: il sogno di una vita, con rischi

 

Per molti possedere una casa è il grande sogno di una vita. È quindi comprensibile che la maggior parte dei proprietari desideri che la casa o l'appartamento vadano a figli e nipoti. La cessione da una generazione all'altra cela però degli ostacoli, come dimostra il caso di Ernst e Rosa Hagen.

I coniugi Ernst e Rosa Hagen possiedono insieme una casa unifamiliare e hanno tre figli adulti: Samuel, Beat e Irene. Ma che cosa succederebbe se Ernst Hagen venisse a mancare all'improvviso senza che sia stata disciplinata la trasmissione dell'abitazione primaria? E quali sarebbero le conseguenze se Ernst e Rosa Hagen cedessero la casa alla generazione futura quando sono ancora in vita?

Situazione 1

Il testatore non ha disciplinato niente

 

Se Ernst dovesse venire a mancare senza aver formulato le ultime volontà, la sua parte della casa unifamiliare andrebbe agli eredi legali: il 50% verrebbe ereditato dalla moglie Rosa e l'altro 50% verrebbe diviso tra i tre figli. Ma visto che metà della casa apparteneva a Rosa già prima del decesso di Ernst, ora lei possiede tre quarti dell'immobile, mentre a Samuel, Beat e Irene spetta un dodicesimo ciascuno. 

Una situazione che può essere fonte di conflitti: moglie e figli costituiscono una comunione ereditaria. Devono quindi occuparsi insieme della successione della persona deceduta ed essere d'accordo su cosa fare con la casa: Rosa rimane ad abitarci? O è meglio venderla? E se uno dei figli rileva l'immobile? Senza un'intesa al riguardo, è inevitabile che si arrivi a liti e controversie. 

È stato invece fatto un passo importante se tutti i membri della famiglia sono d'accordo con la divisione dell'eredità. I rischi non sono però spariti del tutto, visto che la casa non si può dividere. Se la rileva Rosa da sola, deve versare ai figli in proporzione la rispettiva quota. Se quindi la casa vale 1.2 milioni di franchi, Samuel, Beat e Irene ricevono 100'000 franchi ciascuno. Ma se le risorse economiche di Rosa non bastano, per lei diventa difficile mantenere l'immobile.

Buono a sapersi

Tutelarsi con testamento, convenzione matrimoniale e contratto successorio

Un testamento permette di eliminare alcune difficoltà. Il testatore può infatti decidere ad esempio chi sono gli eredi e che cosa ricevono dopo il suo decesso, evitando così eventuali litigi tra le parti interessate. Oppure favorisce, per quanto possibile, il/la coniuge nell'ambito del contesto previsto dalla legge. Al riguardo occorre però tenere presenti i diritti dei figli alla porzione legittima. Se quasi tutto il patrimonio è vincolato alla casa, il margine d'azione è molto limitato. Meglio quindi regolare la trasmissione ereditaria della casa con una convenzione matrimoniale aggiuntiva o con un contratto successorio, in cui chi possiede una casa può ad esempio stabilire che tutta l'eredità, immobile incluso, vada alla moglie e, solo dopo la sua morte, ai figli.

Situazione 2

Il proprietario di un'abitazione decide di cederla quando è ancora in vita

 

Ernst e Rosa vogliono contare per tempo su un quadro chiaro e trasparente. Dopo il pensionamento si trasferiranno in un piccolo appartamento in affitto, cedendo la casa a Beat, che ha già figli, come acconto della quota ereditaria. I fratelli sono d'accordo: Samuel non vuole rimanere legato a una località e neanche Irene, ancora studentessa, ha bisogno di un immobile.

La situazione si complica dopo la morte dei genitori, visto che a questo punto si deve compensare l'acconto della quota ereditaria. Ciò significa che Beat deve versare ai fratelli rispettivamente un terzo del valore attuale dell'immobile. Se però non ha risorse sufficienti e i tre fratelli non si accordano diversamente, potrebbe essere necessario vendere la casa.

Neanche se Samuel e Irene ricevessero un acconto della quota ereditaria della stessa entità (ad esempio in forma monetaria) al momento della trasmissione della casa, sarebbero superate tutte le trappole finanziarie. Infatti, in seguito, in sede di divisione dell'eredità, per i pagamenti compensativi è determinante sempre il valore attuale dell'immobile e non quello al momento dell'acconto della quota ereditaria. Se nel frattempo aumenta il valore dell'immobile, Beat si trova a dover affrontare di nuovo un problema simile, perché è tenuto alla collazione nei confronti dei fratelli dell'incremento di valore.

Buono a sapersi

Tutelarsi con un contratto successorio

È possibile evitare una situazione del genere solo con un contratto successorio, in cui si può ad esempio definire che avvenga una compensazione tra gli eredi già al momento dell'acconto della quota ereditaria. In cambio si rinuncia quindi a un pagamento compensativo in sede di divisione dell'eredità. In tal modo è possibile tenere meglio in considerazione la situazione finanziaria delle parti interessate. L'importante è ricordare che, a differenza del testamento, un contratto successorio non è una questione unilaterale. E, pertanto, tutte le parti coinvolte devono accettare l'accordo.

 

Maggiori informazioni sul testamento e sul contratto successorio

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