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Casse pensioni e lavoro a tempo parziale

Tutto ciò che occorre sapere

La nostra previdenza per la vecchiaia ruota attorno al modello del lavoro a tempo pieno.
 

Il lavoro a tempo parziale è penalizzato da ostacoli come la deduzione di coordinamento e la soglia d'entrata.
 

A ciò si aggiunge il salario inferiore per il tempo parziale che porta a prestazioni ridotte da parte della cassa pensioni.

Fatti importanti su lavoro a tempo parziale e cassa pensioni

Chi lavora a tempo parziale, in età avanzata riceve meno denaro dal 2° pilastro. I motivi principali sono due:

Primo: il salario è inferiore rispetto al tempo pieno. Di conseguenza, i contributi di risparmio versati mensilmente dal lavoratore e dal datore di lavoro nel conto personale presso la cassa pensioni sono di minore entità. I versamenti d'importo minore significano anche meno ricavi da interessi. Nel corso degli anni, l'avere di vecchiaia costituito è quindi più ridotto.

Secondo: nel 2° pilastro non viene assicurato l'intero salario. Si applica infatti la deduzione di coordinamento. Questa è uguale per tutti i lavoratori, sia a tempo pieno che parziale, e ammonta a 25'725 franchi l'anno. Il salario lordo che resta dopo avere sottratto la deduzione di coordinamento corrisponde al salario assicurato della cassa pensioni.

A ciò si aggiunge che per affiliarsi alla cassa pensioni esiste una soglia d'entrata. Per chi guadagna meno di 22'050 franchi l'anno presso un datore di lavoro, non sussiste l'obbligo di legge di una previdenza professionale. In molti casi, le persone che lavorano a tempo parziale non raggiungono questa soglia.

Informazioni utili: esistono casse pensioni che offrono la possibilità di assicurare anche redditi inferiori alla soglia. La maggior parte delle casse pensioni ha abbassato la deduzione di coordinamento e alcune di esse vi hanno rinunciato del tutto.

Donne: rendite più basse e maggiori lacune previdenziali

Oltre il 60 per cento delle donne lavora a tempo parziale, contro al solo 20 per cento per gli uomini. Siccome le prestazioni di vecchiaia dipendono dal salario annuo, e quindi anche dal grado di occupazione, le lacune previdenziali tendono a essere un problema più femminile. Si tenga conto inoltre che le donne hanno in media un salario del 10 per cento inferiore. Il risultato? Rendite più basse, soprattutto dalla previdenza professionale. Questo è un problema, anche perché le donne hanno tendenzialmente un pensionamento più lungo, in ragione della loro maggiore longevità.

Attenzione alla trappola del lavoro parziale

Di norma la cassa pensioni deduce dal salario assicurato i 7/8 della rendita massima AVS (attualmente 25'725 franchi) come deduzione di coordinamento, allo scopo di evitare una doppia assicurazione. Tale importo è dedotto per intero anche in presenza di un grado di occupazione ridotto e questo può avere conseguenze gravi soprattutto per chi lavora a tempo parziale. Il salario assicurato si riduce e con lui anche le prestazioni della cassa pensioni. Sempre più casse pensioni applicano ora regole meno rigide, soprattutto per i lavoratori a tempo parziale, quindi è opportuno informarsi in merito alle regole applicate dal datore di lavoro.

Esempio di calcolo: a fronte di un reddito annuo di 40'000, il salario assicurato ammonta a 14'275 franchi, quindi poco più di un terzo del reddito annuo. Con un reddito di 80'000 franchi sono invece assicurati 54'275 franchi, ossia oltre due terzi.

Da questa situazione escono penalizzate le persone che lavorano per più datori di lavoro. Chi ha due datori di lavoro infatti ha di norma anche due casse pensioni. La deduzione di coordinamento viene applicata su entrambi i salari. Con due redditi formati da 40'000 franchi ciascuno, il salario coordinato rappresenta oltre un terzo dell'importo totale.

 

2° pilastro: la sfida della deduzione di coordinamento e della soglia d'entrata

Nota

Il 22 settembre 2024, l'elettorato svizzero sarà chiamato a esprimersi sulla riforma della previdenza professionale (riforma LPP). Scopo di questa riforma è anche garantire una migliore copertura nella previdenza professionale di chi lavora a tempo parziale e di hi ha più datori di lavoro. La proposta è definire una deduzione di coordinamento proporzionale, pari al 20 per cento del salario soggetto all'AVS, anziché un importo fisso. La proposta prevede anche l'abbassamento della soglia d'entrata dagli attuali 22'050 franchi a 19'845 franchi.

Approfondite il tema con la Guida alla previdenza

Versamenti volontari nella cassa pensioni

I versamenti volontari nella cassa pensioni migliorano la previdenza per la vecchiaia e al contempo riducono l'onere fiscale. Il requisito è avere una lacuna contributiva e quindi una possibilità di riscatto. La lacuna sussiste quando l'avere di vecchiaia risparmiato risulta inferiore all'avere che dovrebbe essere disponibile se la persona fosse sempre stata assicurata con il salario attuale nella soluzione previdenziale corrente. Per esempio, se avete preso una pausa dal lavoro in passato o siete passati a un datore di lavoro con prestazioni previdenziali più favorevoli, esiste una possibilità di riscatto. Le casse pensioni indicano in genere il potenziale di riscatto nel certificato di previdenza annuale. Se l'informazione non è indicata, ci si può rivolgere direttamente all'istituto di previdenza.

Lavoro a tempo parziale presso più datori di lavoro

Chi svolge due o più lavori a tempo parziale, deve sapere che la soglia d'entrata vale per ogni datore di lavoro. Anche la deduzione di coordinamento viene dedotta su ogni singolo salario. In questo modo diventa pressoché impossibile costituire un patrimonio adeguato nella cassa pensioni. Eccetto nel caso in cui la cassa pensioni permetta di assicurare congiuntamente due o più salari. Tale decisione è facoltativa. Un'altra possibilità consiste nell'assicurarsi tramite la fondazione istituto collettore. Le sue prestazioni sono meno interessanti, ma per lo meno si accumulano i contributi del datore di lavoro.

Riepilogo

Non lasciate le cose a metà nella previdenza

Il lavoro a tempo parziale riduce i versamenti nel 2º pilastro, aumentando così il rischio di lacune previdenziali. Chi lavora a tempo parziale deve quindi prestare particolare attenzione alla preparazione della propria previdenza.

Colmare le lacune previdenziali

Per chi svolge più lavori, la situazione nel 2º pilastro è particolarmente difficile. Chi ha due datori di lavoro ha di norma anche due casse pensioni. La deduzione di coordinamento viene detratta da entrambi i salari, andando così a ridurre ulteriormente la rendita. Con la previdenza volontaria potete colmare le lacune previdenziali derivanti da un grado di occupazione ridotto.

Domande frequenti sul lavoro a tempo parziale

Siamo a vostra completa disposizione per eventuali domande.